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Wing Chun: Più di una Arte Marziale - Percorsi Personalizzati di Apprendimento

Il Tao come stile di vita VI

By Riccardo Di Vito

Avendo ricevuto parecchie richieste di chiarimenti circa il Taoismo, mi pare giusto dedicare un post ad un riassunto generale di quanto detto finora, con qualche nota sui due libri più importanti.

Il Taoismo deve la sua grande fama ad uno dei maggiori filosofi cinesi, Lao Tze (letteralmente “Antico Maestro”), il quale visse tra il VI e il V secolo avanti Cristo. Lao Tze è l’autore del Lao Ci, successivamente chiamato Tao Te Ching (“Il libro della via e della virtù”), dove raccolse le sue più importanti riflessioni. Insieme alle opere di Chuang Tzu e Lieh Tzu, fra tutti i classici del Taoismo, il Tao Te Ching rappresenta il testo più importante.

La “dottrina” taoista, se così possiamo chiamarla, nacque sulla base di presupposti magico-religiosi: comprende alcune regole di comportamento (alimentari, igieniche, respiratorie, sessuali, etc.) di derivazione sciamanica, certamente provenienti da una cultura precedente, probabilmente molto più antica dalla stessa di Huang Ti. Attorno a questi presupposti magico-religiosi si è sviluppata la filosofia taoista, alla base della quale vi è un ideale di vita incentrato sull’autonomia dell’individuo, sulla libertà, sulla gioia e sul rapporto con la natura.

Il Taoismo filosofico attribuisce i mali del mondo ai condizionamenti culturali che hanno allontanato l’Uomo dalla sua vera essenza, quella più legata alla natura, indebolendo il suo “spirito vitale”. Gli intralci creati dalla cultura devono quindi essere eliminati. Per far questo l’individuo deve ritornare ad uno stile di vita “primordiale”, “naturale”, più sano, più puro e più armonico rispetto ai ritmi che scandiscono il divenire naturale all’interno dell’universo.

Una delle caratteristiche fondamentali della natura è l’alternanza tra Wei e Wu Wei, tra Azione e Non-azione. Dal concetto di Wu Wei deriva quello del “Grande Termine” nel quale l’indifferenza alle cose del mondo, il silenzio e la quiete regnano sovrani. Sulla base della dicotomia WeiWu Wei, il Taoismo tenta di dare una descrizione e una spiegazione delle meccaniche che stanno alla base del divenire universale, dell’esistente e dei suoi mutamenti. Alla base di queste meccaniche vi è il Tao, all’interno del quale vive il Te (la virtù, il potere), una forza inattiva e priva di scopo che si identifica con il Tao stesso.

Il Tao è strettamente connesso con i concetti di Yin e Yang, (già presenti, anche in maniera intuitiva, nel libro dell’I Ching) e, come abbiamo visto (I, II, III, IV, V), potrebbe essere tradotto come “Via”, “Cammino” o anche come “Corso naturale delle cose (o degli eventi)”. Sono tutte parole e frasi riferite al principio del divenire, che sta alla base di ogni evento universale, un vero e proprio flusso vitale, il quale, scorrendo, produce e trasforma la realtà di ogni essere animato e inanimato.

La funzione fondamentale del Tao è dovuta all’azione combinata delle due forze che stanno alla base del divenire delle cose: lo Yang (il moto, il maschile, l’attivo, il bianco) e lo Yin (la quiete, il femminile, il passivo, il nero).

Per quanto riguarda l’I Ching, può essere letteralmente tradotto come “Il Libro classico sul mutamento”. Il testo è scritto secondo la tradizione cinese di quattromila anni fa ed è il più antico libro sapienziale mai scritto. I segni lineari alternativamente interi e spezzati disegnano i mutamenti attivi tra cielo e terra, spiegano le stagioni e i fatti umani in linguaggio simbolico e compilano un’esatta aritmetica del divenire.

L’I Ching è codificato sotto precise regole matematiche, come nella fedele tradizione taoista. Esso è il manifestarsi della Via stessa, dell’evolversi continuo del mutamento. Il testo, spesso di carattere oscuro, diviene chiaro seguendo le precise indicazione taoiste e interpretando l’alternarsi continuo delle linee, così che l’I Ching, pur non prevedendo il futuro, dà modo di capire come una qualunque situazione possa evolversi e, allo stesso tempo, dà indicazioni per far sì che tali situazioni divengano, nel mutamento, favorevoli per noi. Quindi l’I Ching non è un oroscopo sulla fortuna, come ho letto altrove, ma un consiglio su ciò che sarebbe opportuno fare in una determinata situazione.

La consulenza dell’I Ching può avere una durata variabile, dal momento che gli stessi segni e simboli con cui esso risponde possono avere infinite spiegazioni riconducibili, dopo acuta analisi, alla risposta vera e propria. La scienza filosofica e matematica che questo testo racchiude in sé è stata tramandata da generazioni di padre in figlio e da maestro a discepolo. È stata usata per più di quattromila anni nella cultura cinese, mentre in quella occidentale la consapevolezza della saggezza dell’I Ching inizia ad entrare in scena con lo studio che il matematico Willhelm Leibnitz (1646- 1716) portò avanti sul testo. Ritenne di aver individuato un “nuovo” sistema di numerazione basato su principi diversi da quelli fino ad allora utilizzati: il sistema binario, che ora è la base sulla quale è possibile l’utilizzo dei computer e delle tecnologie affini.

Il pensiero taoista prende le mosse dall’I Ching, fondendosi con esso fin dall’antichità. Per questo, per intuire, interpretare e capire l’ I Ching è necessario conoscere la tradizione taoista, così sottile ed enigmatica, antica e moderna, idealistica e pratica.

Ancora due parole sullo Yin e sullo Yang. La filosofia taoista vede l’intero cosmo quale manifestazione del Tao, principio fondamentale che è centro, motore e scopo di ogni elemento, onnipresente ma impercettibile e indefinibile. Il Tao viene raffigurato anche come un cerchio suddiviso in due identiche ma opposte metà sinusoidali, una di colore bianco e una di colore nero con al loro interno un piccolo seme del colore opposto, che rappresentano lo Yin e lo Yang: è la raffigurazione del principio della creazione da cui tutto nasce.

Ogni espressione della natura ed ogni essere vivente sono emanazioni del Tao, che si manifesta attraverso una forza di trasformazione: il Ch’i, soffio vitale, vibrazione vitale dell’universo presente in ogni manifestazione della natura e nell’uomo, espressione dell’attività dinamica di due polarità primordiali opposte ma complementari dette, appunto, Yin e Yang.

La metà di colore nero, con il seme bianco al suo interno, è lo Yin: rappresenta l’aspetto femminile, ricettivo, interno, freddo, oscuro di ogni fenomeno; la metà bianca con il seme nero rappresenta il principio opposto e complementare, lo Yang: questo rappresenta l’aspetto maschile, creativo, esterno, caldo e luminoso. Le due polarità non sono entità materiali, non esistono singolarmente e si completano trasformano vicendevolmente.

Tutte le cose hanno due aspetti Yin e Yang. Ogni aspetto può essere a sua volta diviso in due parti Yin e Yang. Questi si creano vicendevolmente e si controllano vicendevolmente. Lo Yin e lo Yang si trasformano l’uno nell’altro, perché l’uno contiene anche l’altro.

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